domenica 26 agosto 2012

GLI ESUBERI NELLE BANCHE ITALIANE

Trascorsi pochi mesi dalla firma di un pessimo rinnovo del contratto collettivo nazionale del credito, le banche presentano il conto ai lavoratori.

Mettendo insieme i piani industriali dei maggiori istituti di credito italiani, a partire dal prossimo autunno e fino al 2015, sono previsti 19000 esuberi con la chiusura di 2700 sportelli.
Per dare una proporzione a questi numeri, l'intero settore bancario ad oggi occupa 330000 dipendenti, dopo averne persi 35000 in dieci anni grazie ai prepensionamenti.
Tutto questo è reso ancora più complicato ed incerto a causa della riforma Fornero e dell'attesa che venga pubblicato il decreto attuativo sugli ammortizzatori sociali dedicati al settore del credito contenente il nuovo Fondo ed i contratti di solidarietà.

Il Sole 24 Ore ha pubblicato l'elenco completo di tutti gli interventi previsti istituto per istituto.

Come potete leggere nel link, solo Deutsche Bank e Banca Nazionale del Lavoro si sono poste il problema del futuro dei lavoratori, trovando soluzioni alternative; almeno per il momento.

Quello che proprio non riesco a spiegarmi è il comportamento dei vertici sindacali di categoria, ovvero di quelle persone che senza sentire la necessità di consultare i lavoratori prima di firmare un rinnovo a condizioni assolutamente penalizzanti, ora dichiarano, come ha fatto Lando Sileoni segretario generale della Fabi a La Repubblica, "Alla ripresa autunnale mi aspetto che le banche cerchino di trovare il modo per espellere almeno 20000 lavoratori: a questo progetto folle ci opporremo con ogni nostra forza" oppure "Certi banchieri sono come i piromani, bruciano il territorio di appartenenza, chiudendo gli sportelli e restano impuniti" o Agostino Megale segretario generale della Fisac-CGIL che dichiara "Abbiano firmato da pochi mesi un contratto di lavoro collettivo difficile, ora ci aspettiamo che venga rispettato ed applicato integralmente, nelle trattative in corso. Non servono altri accordi nazionali".   
Mi domando, ma si accorgono solo ora di come sono fatti e ragionano i vertici delle banche italiane?
Possibile che pensino di fare opposizione sempre dopo e mai prima quando magari si sarebbe in grado di portare a casa qualche risultato concreto invece di rimetterci sicuramente una parte del salario destinato a diminuire, in termini reali, nei prossimi tre anni e per qualcuno anche il lavoro? 

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