DA LA REPUBBLICA:
L'Aula del Senato ha approvato l'articolo 31 del ddl sul lavoro, che contiene norme sull'arbitrato per risolvere le controversie di lavoro. Il Senato potrebbe approvare definitivamente la legge già stasera, facendo diventare l'articolo 18 un optional. Opposizioni e sindacati hanno rilanciato stamane l'allarme di Repubblica sull'attacco del governo all'articolo dello statuto dei lavoratori che tutela i dipendenti rispetto al licenziamento del datore di lavoro, attraverso la norma contenuta nel ddl lavoro, che allarga il ricorso all'arbitrato, da alcuni ritenuto un tentativo di aggirare, appunto, l'articolo 18.
Il senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, a poche ore dal via libera definitivo del disegno di legge collegato alla Finanziara da parte dell'Aula di palazzo Madama, ha spiegato che "l'articolo 31 del ddl prevede due possiblità per ricorrere all'arbitrato in funzione della risoluzione delle controversie tra datore di lavoro e lavoratore". La prima, ha detto il senatore, "è attraverso contratti collettivi che - ha detto - è la strada più sicura. In questo modo, infatti, le parti possono stabilire i limiti in cui l'arbitrato può essere esercitato. Poi, però, resta il fatto, che se le parti falliscono nel trovare un accordo, può intervenire il ministro per decreto".
"C'è però un'altra possibilità consentita dalla norme - evidenzia ancora Treu - e cioè che il singolo lavoratore accetti un accordo secondo cui il proprio contratto di assunzione preveda il ricorso all'arbitrato per risolvere le controversie, incluso il ricorso all'arbitrato secondo equità. Cosa, quest'ultima, che implica la possibilità di bypassare le norme inderogabili di legge e quindi diritti come l'articolo 18 o le retribuzioni o le ferie. Un simile accordo inoltre - ha rimarcato Treu - può essere stretto anche in corso di rapporto di lavoro".
"Lo denunciamo da tempo. Questo ddl opera una vera e propria controriforma delle basi del diritto del lavoro italiano", ha affermato Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. Questo ddl, ha spiegato a margine del congresso della Camera del Lavoro di Bologna, "porta sostanzialmente a una forma di arbitrato obbligatorio che farebbe saltare le forme tradizionali delle tutele contrattuali e delle libertà dei lavoratori di poter adire a queste scelte".
"In questo modo - ha detto ancora Epifani - naturalmente si rende il lavoratore più debole. Se lo si fa addirittura nel momento del suo ingresso nel lavoro lo si segna per tutta la vita. Per questo siamo contro questo principio e speriamo che non venga approvato. In ogni caso - ha concluso il leader della Cgil - faremo ricorso se ci sono le condizioni di legittimità costituzionale".
"La polemica dei soliti noti su un testo di legge alla quarta lettura in Parlamento, dopo due anni di esame, è l'ennesima prova della malafede di chi vuole sempre accendere tensione sociale", ha reagito il ministro del Lavoro. Maurizio Sacconi ha precisato che con tale norma "il lavoratore avrà la possibilità in più di ricorrere all'arbitrato e il tutto sarà regolato da contratti collettivi. Non per nulla tutti, tranne la Cgil, hanno condiviso questa norma, punto".
Ma anche Cisl e Uil hanno manifestato il proprio dissenso.
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