giovedì 23 settembre 2010

Sul VAP.

Molto velocemente perchè sono stanco.
La riduzione del vap da parte dell'azienda è illogica.
La Findomestic fa credito al consumo.
Se ella stessa si mette a perseguire una politica di riduzione dei salari,come crede che riesca a raggiungere i suoi ambiziosi obbiettivi?
Il credito al consumo viene concesso solo dopo aver valutato la capacità reddituale del cliente o dell'azienda nel momento che ci chiede i soldi e come noi ben sappiamo questo non è un particolare da poco nella gestione dl credito.
E' fondamentale.
Se il reddito non viene redistribuito, se il capitale continua ad accumularsi nelle mani di pochi, se il denaro non circola,come crede l'azienda di crescere?
Se questo principio non è chiaro alla nostra azienda che vive del reddito altrui,allora siamo messi male.
Altro che crescita.
A chi concederà credito se tutti faranno come lei?Se lei stessa comprime il reddito dei suoi dipendenti come puo' credere che il mercato si riprenda e cresca?
Come parlar di corda in casa dell'impiccato.
Ed i tagli non serviranno di certo a tagliarla questa corda, se non a stingerne ancor di più il cappio....
E queste cose non sono il solo a dirle ed a pensarle....di seguito riporto una parte della pagina 12 tratta dal bilancio d'esercizio 2009 della nostra azienda,laddove venne descritta l'allora situazione economica e dei consumi nel nostro paese.
Leggete leggete......

"Economia e consumi in Italia"
Gli eventi che in autunno hanno travolto i mercati finanziari internazionali hanno colto l’economia italiana in una fase di
progressivo rallentamento del proprio ritmo di crescita, che si è tradotto in una flessione del Pil già nel secondo trimestre
2008. L’aggravarsi della crisi internazionale dallo scorso Settembre non ha risparmiato l’economia italiana e ha indotto le
autorità governative a varare un piano d’intervento a sostegno della stabilità dei mercati.
L’impatto sull’economia reale sembra destinato a materializzarsi soprattutto in un ulteriore indebolimento della domanda
interna. Agli effetti sulla fiducia degli operatori si affiancheranno quelli derivanti dall’inasprimento delle condizioni
creditizie e dalla caduta del valore della ricchezza delle famiglie, conseguente al crollo dei mercati azionari e alla
correzione dei prezzi degli immobili. Inoltre è probabile che nei prossimi trimestri la crescita del reddito disponibile reale,
pur beneficiando di un progressivo rallentamento dell’inflazione, sia frenata dalla stagnazione dell’occupazione e da una
dinamica più contenuta delle retribuzioni.
Si stima quindi una variazione negativa del Pil italiano già nel 2008 (-0,6%). Anche il dato medio del 2009 mostrerà una
caduta, con una lenta ripresa di attività solo successiva.
Alla luce dell’evoluzione attesa per il ciclo economico internazionale, si prospetta il ritorno a una crescita dell’economia
italiana a partire dal 2010, per una ripresa degli investimenti ed una minore cautela dei consumatori, grazie al
superamento delle incertezze legate alla crisi finanziaria, in un quadro di rientro delle pressioni sui prezzi e di recupero
della crescita del reddito disponibile.

Ma è altrettanto chiaro quindi che alle aziende in generale, al capitalismo illuminato, agli imprenditori,ai soci,agli amministratori,ai padroni queste riflessioni non interessano, non perchè, come abbiamo letto,non le conoscano, perchè ci arriverebbe anche un bambino....più che altro perchè sanno che la corda non toccherà quasi-permettetemi questo quasi - mai a loro e che ad impiccarsi con questa di certo non saranno quasi - di nuovo - loro, più facile che riguardi noi, i lavoratori,il popolo, i veri incolpevoli,quelli ai quali il novello Cristo Marchionne - beati i poveri perchè loro sarà il regno dei cieli??!!- raccomanda, "una cultura della povertà" piuttosto che quella dei diritti e del welfare.Non sapevo che la povertà fosse questione di cultura,pensavo fosse uno stato di miseria al quale sottrarsi e sottrarre gli altri per emergere ad un stadio di umanità più progredito, evoluto.
Bravi!
Bel modo di spendere la propria vita e di sperperare quella altrui!
Ma fate del bene invece!
Fateci vivere in pace, per non dire altro!
Buona notte.

14 commenti:

  1. Dai Manoscritti economico-filosofici di Karl Marx … Il lavoro alienato[...] il lavoro non è cosa sua ma di un altro; che non gli appartiene, e in esso egli non appartiene a sé, bensì a un altro.[...] Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere, nel generare, tutt'al più nell'avere una casa, nella sua cura corporale etc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale. Il mangiare, il bere, il generare etc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell’astrazione che le separa dal restante cerchio dell'umana attività e ne fa degli scopi ultimi e unici. oh! ah! eh..

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  2. non c'ho capito niente ma apprezzo il tentativo eruditivo....

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  3. qui c'è poco da erudirsi, qui c'è più da farsi erodere er chiulo....questi pian pianino e da una 15ina di anni molto piu' velocemente stanno erodendo i nostri diritti...che facciamo prima ci leggiamo marx e poi ci muoviamo o viceversa? io direi viceversa perchè poi potrebbe essere troppo tardi...dico per leggere marx, magari lo bruciano prima....

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  4. ...ora trovo un altro modo per raccontare Marx...na parola! però tutto si può fare, è importante che venga colto il senso , forse pure domani però! dopo una settimana di "dentro e contro", qualche giorno di fuori è meritato!anche se concordo che ogni giorno è tardi!

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  5. dentro, fuori, dentro, fuori, dentro, fuori...bene, bene, bene....mi applicherò!

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  6. seh vabbè! qualcosa mi dice che la spiegazione sarà vana...lascio perde!

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  7. Innanzitutto non bisogna aver paura di parlare di capitalismo o classe operaia, suonano anacronistici perché ce li hanno raccontati così, bombardandoci in tutti i modi. Nella realtà dei fatti il nostro è un sistema totalmente capitalistico e la classe operaia non è più solo quella dei colletti blu (operai delle fabbriche), ma si è allargata all’intera schiera dei lavoratori cosiddetta colletti bianchi (banche, ministeri, privato, etc). Quando parliamo di alienazione, (da wikipedia) ci riferiamo a colui o a ciò che è altro, straniero, cioè che è diverso da noi, che non ci appartiene o che è fuori da noi. A volte il termine viene utilizzato per indicare genericamente il disagio dell'uomo nella moderna civiltà industriale, nella quale l'artificio che gli è proprio lo fa sentire lontano dalle proprie radici naturali.
    Nel sistema anzi più propriamente nella produzione capitalistica, l’alienazione assume, stando a Marx, vari aspetti, connessi tra loro. In primis, essa riguarda il rapporto di TE LAVORATORE con il prodotto del tuo lavoro (prodotto finale = credito al consumo); per te è un ente estraneo, che non ti appartiene, ma é esclusivo possesso del capitalista (in questo caso in prima istanza per Findomestic), per la quale tu lavori. In secondo luogo, nell’attività produttiva TU LAVORATORE ti estranei da te, ovvero non consideri il tuo lavoro come parte della tua vita reale, e generalmente non aggiungi niente di tuo al processo. La tua vita in realtà si svolge altrove, a casa, fuori e indipendentemente dal lavoro, che si trova sotto il “comando” di un potere estraneo. Infine, nella produzione capitalistica TU perdi la tua essenza generica, ovvero ciò che propriamente contrassegna l’essenza dell’uomo.
    Cerco di spiegare meglio , il tu-lavoratore è alienato (estraneo) in 4 modi:
    1. Dal prodotto del suo lavoro che appartiene ad altri.
    2. Dal processo produttivo, cui partecipa senza alcuna creatività (eseguiamo ciò che ci viene chiesto).
    3. Dal genere umano stesso, poiché il lavoro “meccanico” è bruto, ci priva di quella libera attività che è tratto distintivo dell'umanità
    4. Da ogni altro uomo, in quanto l'economia capitalistica traduce il rapporto tra le persone in modi di sfruttamento.

    to be continued…

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  8. ...Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere, nel generare, tutt'al più nell'avere una casa, nella sua cura corporale etc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale. Il mangiare, il bere, il generare etc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell’astrazione che le separa dal restante cerchio dell'umana attività e ne fa degli scopi ultimi e unici.
    Ossia quello che contraddistingue l’uomo dagli animali è la capacità dell’essere che si realizza storicamente nella sua appartenenza al genere di cui fa parte, ossia il genere umano: contrassegno decisivo di esso é il lavoro , che distingue l’uomo dall’animale e stabilisce un rapporto costitutivo con la natura; attraverso il lavoro in cui, sotto la spinta dei bisogni, oggettiva le sue capacità, l’uomo si appropria della natura stessa.

    to be continued 2…

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  9. Nella moderna produzione capitalistica, al contrario, il lavoro diventa solo un mezzo di sopravvivenza individuale, non l’espressione positiva della natura umana; il lavoro viene dunque visto da Marx come un qualcosa di altamente positivo, connesso alla natura stessa dell’uomo; esso diventa però negativo quando diventa lavoro alienato, sfruttamento. Ma in tal modo l’uomo si trova anche estraniato dall’altro uomo, perchè attraverso l’attività lavorativa l’uomo é legato da un rapporto sostanziale con gli altri uomini, costituisce con essi una comunità . Con l’alienazione l’uomo é pertanto privato anche della sua essenza sociale. Nello specifico le uniche attività umane “senza controllo” che rimango all’uomo sono mangiare, bere, generare che sono assolutamente attività umane ma che se divengono le uniche attività in cui l’uomo può realizzarsi e sono l’unico e solo obiettivo della vita assumono un aspetto di bestialità, e quindi di regresso, perché il lavoratore in questo contesto non si realizza né come uomo né come animale, è quindi “alienato” … come diciamo noi comunemente. Penso che sia un concetto molto poco astratto e del tutto attuale. Se non ti senti alienato, consiglio di preoccuparti!
    Come direbbe la grandissima immensa Clarissa Pinkola Estès in riferimento all’universo femminile, ma in realtà dopo l’intera lettura è legittimo allargarlo a tutto il genere umano, a proposito della lontananza dell’uomo dal suo vero habitat che è la natura.
    “Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe.”

    the end

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  10. UN ALTRO MODO DI INTENDERE IL PROLETARIATAO...( dal blog di Clear Cross)

    Quando in quarta ginnasio mi spiegarono l’etimologia della parola proletario (era l’85, e noi ragazzi ci dilettavamo a occupare la scuola scandendo slogan vetusti di cui non capivamo il significato, mentre una simpatica prof di latino ex-sessantottina cercava invano di farci uscire dal pozzo nero della nostra ignoranza) non capii. “Proletario era colui che, nell'antica Roma, essendo nullatenente, veniva censito solo quando avesse avuto un figlio. Perché ai tempi i figli venivano considerati una proprietà, nonché una ricchezza. Capito ragazzi?” Se la sghignazzava la prof, che per nulla ingannata dai nostri stracci comunistoidi, sapeva bene che tassa fossimo in realtà per i nostri genitori.
    Vorrei beccare il cretino che ha detto “dove si mangia in due si mangia anche in tre”, slogan che ho fatto spesso mio per convincere l’Uomo a collaborare al concepimento di Nanapiccola. Sarà anche vero. Peccato che poi ci siano: una casa in grado di contenerli tutti, la scuola privata, la ginnastica artistica, la danza, la musica, le baby sitter, i libri, i vestiti, i giochi, le settimane di sci, le vacanze, gli aerei, il dentista e tutte le altre trascurabili voci che rendono nell’odierna Roma (per non parlare di Milano) la famiglia numerosa un lusso per pochi.
    Certo, uno potrebbe vivere in un monolocale dormendo tutti ammucchiati come conigli in tana, mandarli alla scuola pubblica (sempre che esista ancora), non fargli fare sport e andare in vacanza all’Idroscalo, se fosse necessario. Però uno ai propri figli cerca di dare il meglio che può, finche può.
    Quindi ho pensato di fare come l’antico Romano, e farmi ripagare almeno in parte dalla prole per questi privilegi che gli elargisco a piene mani.
    E siccome i nani sì che sono nullatenenti, quale moneta migliore del lavoro?
    Per cui da qualche tempo li ho messi sotto: apparecchiano, sparecchiano, si fanno il letto e la colazione. Si mettono a posto la camera, si piegano i vestiti e i grandi guardano la piccola mentre io vado a fare la spesa. Non avrei mai pensato che funzionasse, e invece l’hanno presa di buon grado, aiutano senza brontolare troppo e siamo tutti più contenti. Ho persino diminuito considerevolmente le ore della colf, e sto risparmiando un sacco di soldi. L’unico neo è che in Italia il lavoro minorile è reato, altrimenti avrei potuto mandarli a fare qualche ora a casa delle mie amiche facendomi pagare profumatamente.
    Penso che così li renderò responsabili, indipendenti e farò la felicità dei loro futuri sposi.
    Un successo educativo senza precedenti.

    Il fatto che mentre loro lavorano io possa starmene sparapanzata sul letto a leggere il giornale fingendo di stare facendo delle cose importantissime, è un dettaglio assolutamente irrilevante.

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  11. E non sarebbe anche meglio, se scuole, sport e libri non fossero un lusso, un bene a pagamento ma un sacrosanto diritto di ogni cittadino che paga onestamente le tasse?

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  12. .... qui non si tratta di non riuscire piu' a mandare i figli a danza o sul low cost di un last minute, qui si parla di un tizio che dice che dobbiamo cominciare a praticare una cultura della povertà....ovvero siamo riusciti ad essere così arrendevoli compiacenti da poter permettere ad uno di dire queste cose, quando sarebbe bastato difendere quello che ci avevano lasciato i nostri predecessori....ci siamo, se ci siamo, svegliati quasi troppo tardi,quasi troppo vicini al precipizio.....ed ora abituati all'agio, al benessere , più che operai ed impiegati mediocremente borghesi,viziati,distanti,chi la fa 'sta lotta di classe, chi ci va per strada a protestare chi rischia se stesso per gli altri, per quei figli a cui vogliamo dare, e lasciare, il meglio? ci vediamo il 16 ottobre a roma in piazza con la Fiom?

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