venerdì 20 agosto 2010

ACE IL PRIMO PASSO, POI ANCHE PER NOI WMC?

Cosa hanno in comune la fabbrica Foxcomm di Shenzen (Taiwan) e la fabbrica FIAT di Pomigliano d’Arco?
Hanno in comune una realtà (Shenzen) e un progetto annunciato e imposto (Pomigliano) di organizzazione del lavoro radicalmente nuova. Si chiama WMC (World Class Manufacturing).
Elimina tutti i tempi morti e si fonda sui 6 zero (0 difetti, 0 stock, 0 tempi morti, 0 conflitti,
0 attesa per i clienti, 0 uso di carta per comunicare) o sui 7 sprechi (sovrapproduzione, tempi inutili, lavoro a vuoto, troppo magazzino, movimenti non necessari, pezzi difettosi, attesa).

In Italia questo cambiamento del modo di lavorare, sta provocando elogi smodati, come se il lavoro operaio senza intervalli e senza soste fosse una nuova fonte di energia rinnovabile.
In Italia si fa notare con un brillio di entusiasmo che l’operaio farà, per ogni gesto cronometrato, solo pochi passi, anzi un passo solo (non sprechiamo tempo e forze fisiche) e una torsione del torso (ti volti appena per afferrare il pezzo o lo strumento utile). In Italia c’è chi sta annunciando che il futuro è già cominciato, che vuol dire che chi deve lavorare lavora, quasi senza muoversi dai due metri quadrati che gli spettano, e il resto è riservato ai dirigenti, agli azionisti, ai clienti serviti in tempo, dunque ai consumatori soddisfatti.

A Shenzen la scena è identica, la produzione va a gonfie vele, il profitto è al top, l’azionista di APPLE ha appena annunciato di aver superato Microsoft in quantità di pezzi venduti e il profitto si conta in miliardi. Con due particolari che vale la pena di notare: I lavoratori hanno gradatamente superato le 60 ore di lavoro settimanali, mangiano per 10 minuti, dormono in speciali locali messi a disposizione dall’azienda per evitare i tempi morti per andare e venire da casa.

A Shenzen, l’unico errore dei razionali pianificatori di lavoro della Foxcomm sembra essere stato l’aver collocato i dormitori all’ultimo piano.
Dall’inizio di gennaio 11 operai si sono uccisi buttandosi dal tetto. Il 12°, Yan Li, 27 anni, si è suicidato mentre Steve Jobs (un cognome una garanzia) – l’azionista di maggioranza della APPLE – celebrava la produzione, ampiamente prevenduta, del primo milione i iPad.

A Shenzen c’è una grande libertà sul come gestisci, organizzi, apri e chiudi una fabbrica. A Shenzen nessuno si è mai sognato di chiudersi nella gabbia dell’art. 41 della Costituzione Italiana. Nessuno deve aprire un tavolo con i rompiscatole della fiom.
Qui tutti pensano che sia meglio avere un posto di lavoro che non averlo, anche se – come si vede – A qualcuno “saltano i nervi”.
E siccome, una volta imparato con rigore il nuovo metodo WMC, i nervi saltano anche agli operai francesi della France Telecom, che si uccidono con lo stesso ritmo dei colleghi cinesi.

Nonostante questo MARCHIONNE ha persuaso un po’ più di mezza Italia, senza troppe distinzioni tra destra e sinistra sia perché è “meglio avere un lavoro che non averlo”, sia perché appare tutto così nuovo e moderno! Dopo tutto anche per la galleria del Frejus ci sono stati dei morti. E infatti hanno il loro bel monumento a Torino. E’ IL LAVORO BELLEZZA!



A questo va poi aggiunto quanto sostiene il ministro Tremonti. E cioè che se le aziende in Italia continuano a subire troppi controlli per esistere e per organizzare il lavoro (art. 41 della Costituzione Italiana), resteremo sempre in coda rispetto ai paesi concorrenti. Tremonti sembra non sapere che a New York non puoi RISTRUTTURARE un appartamento senza 3 permessi: Vigili del fuoco, Ufficio comunale per le costruzioni e assicurazione obbligatoria contro gli infortuni per i lavoratori che ti entrano in casa anche per un solo giorno. E i controlli sono frequenti e implacabili.

In Italia la sinistra non ce la fa a lasciare da sola la destra. E così, accanto a Tremonti, ma con la sua piena autonomia accademica, compare il Prof. Pietro Inchino (un cognome una garanzia), il quale sostiene: “Questo gravissimo difetto (il fatto che i sindacati anche minori possano opporsi a un accordo con l’impresa ndr) del nostro sistema delle relazioni industriali, non è la sola causa della scarsa attrattività dell’Italia. Ma molti osservatori qualificati (Chi gliela darà sta patente di osservatori qualificati?ndb-nota del blogger-) lo considerano una delle cause principali, assieme alla complessità e incomprensibilità del nostro diritto del lavoro. E’ “il male oscuro” che impedisce da 2 decenni al nostro Paese di crescere” (il Pompiere della Sera, 14 giugno).
Ovviamente Inchino sta dicendo: Inchin-atevi e sbrigatevi a firmare a Pomigliano. Cominciate a torcere il dorso nelle postazioni prescritte da WMC o gli stranieri (in questo caso Marchionne) se ne vanno.

Non sarà invece che le imprese straniere esitino ad investire in Italia per altri tipi di problemi? Come: L’incertezza fiscale; La bizzarria di leggi e ordinanze che cambiano sempre a seconda che il presidente di regione o il sindaco siano leghista o di comunione e liberazione; Il disastro dei trasporti dal luogo di produzione alla frontiera o al porto più vicino; la criminalità organizzata con il suo implacabile WMC o come dice “THE ECONOMIST” il 18 giugno che “l’Italia non è un paese come gli altri. L’Italia è un paese notoriamente corrotto”.

Forse la nostra reputazione non si gioca tutta sui tempi di lavoro di Pomigliano.
Difficilmente gli investitori stranieri, in un paese con 4 ministri indagati più il presidente del consiglio molto cercato dai giudici, esiteranno a investire in Italia a causa della presunta passione dei lavoratori italiani per i mondiali di calcio.


Cari colleghi, wmc e quel che ne consegue, non riguarderà solo Pomigliano. La FIAT sta facendo da apri-pista, e prima o poi riguarderà tutto il mondo del lavoro, noi compresi. Noi che abbiamo già imboccato la strada di ACE.

Ma ricordare queste cosette non si può, se nò la gente capisce tutto, compresi i beoti che si sono prodigati per la riuscita di ACE credendo alla super balla di essere i "protagonisti" del miglioramento e della qualità del nostro lavoro, mentre Loro pensavano esclusivamente al proprio tornaconto (più efficenza, meno personale più utili). E un termitaio di sfondatori di porte aperte, scalatori di discese intenti a commentare a prescindere, fingendo che davvero
Ace serva a migliorare la qualità del nostro lavoro.

Ma questi ci fanno o ci sono?

(Riassunto, rivisto e corretto da un articolo di Furio Colombo de Il Fatto Quoditiano del 20/06/2010)

24 commenti:

  1. sto cazzo de blog spot....
    hanno messo una nuova funzione di spam sui commenti, e per errore ne ho eliminati un casino!
    Grave danno!!!

    RispondiElimina
  2. ...bè, anche FURIO...un nome, una garanzia....

    RispondiElimina
  3. Foxconn, il famoso colosso cinese che produce dispositivi elettronici a numerose aziende occidentali, come Apple, Sony, Microsoft e Motorola, è al centro di uno scandalo che purtroppo vede in ballo la vita umana, con decine di suicidi apparentemente inspiegabili che hanno allertato tutti i clienti e dei comitati contro le multinazionali

    RispondiElimina
  4. Qualcosa del tipo Prometto che non mi suiciderò. Scritto in una lettera di impegno che l’azienda con sede principale a Taiwan ha fatto firmare, sul proprio onore, a tutti i suoi lavoratori. Questo dopo una serie di suicidi avvenuti in particolare a Shenzhen, fabbrica che si trova nella parte meridionale della Cina.

    Nello stabilimento si producono componenti per i celeberrimi iPad della Apple ma anche per Nokia e Dell. Ma non si deve lavorare proprio in maniera rilassante visti i 10 suicidi avvenuti in un anno, cui si devono sommare i due solamente tentati. Tra l’altro le modalità dei suicidi sono sconcertanti: un volo dall’ultimo piano dell’edificio e quasi sempre si tratta di ragazzi giovani, sotto i trent’anni.

    L’impegnativa non sembra aver funzionato: oggi si è ammazzato un altro ragazzo.

    Intanto Apple ha avviato delle indagini per fare luce sull’ondata di suicidi alla Foxconn

    RispondiElimina
  5. ...vorrei aggiungere di quanto le reazioni dei lavoratori, quali nel migliore dei casi l'accondiscendenza e nel peggiore la scelta del suicidio,dimostrino un'incredibile debolezza....cioè ma prima di ammazzarsi- e poi per chi per che cosa?, per l'azienda per il lavoro?,..dico meglio prima di ammalarsi dimettersi-andare a vivere sotto un ponte è sempre meglio che andare a morire da sopra un ponte no?- oppure meglio ancora protestare ribellarsi almeno hai reagito e di sicuro sarai già guarito,ed in ultimo se proprio hai deciso che la tua vita non vale niente,prima di sprecarla inutilmente, se nulla ti fa desistere dalla tua decisione,almeno in quel tuo ultimo gesto disperato e clamoroso,dico,.........

    RispondiElimina
  6. Wu Ming sintetizza bene la giusta posizione da tenere nei confronti di qualsiasi situazione lavorativa in grado di creare aberrazione e alienazione, anche se in questo specifico caso, visto l'elevato e inquietante numero di suicidi per quantità e modalità, forse sarebbero necessari più elementi per farsi un'idea più chiara e meno da lettori passivi di cronaca nera, tipo gli sciacalli che si affacciano oggi sulla miniera in Cile. Quelli che alla partenza della formula 1 aspettano il botto, quelli che in qualsiasi sciagura ringraziano perchè non è capitato a loro. Comunque il collettivo Wu Ming scrive qualcosa di interessante, lo scrive a proposito dell'affaire Mondadori Saviano ma si puà adattare a qualsiasi realtà lavorativa, è un invito: “Stare simultaneamente “dentro” e “contro”, diceva l’operaismo degli anni Sessanta. “Dentro e contro” era la posizione, era dove piazzare il detonatore. L’alternativa non è mai stata “fuori e contro”. L’alternativa è sempre stata “dentro senza rompere i coglioni”, oppure “dentro senza assumersene la responsabilità”. Dentro fingendo di star fuori, insomma. Come tanti, come troppi. Un “fuori dal sistema” non esiste. Il sistema è il capitalismo, ed è ovunque, nel micro e nel macro, nei rapporti sociali e nelle coscienze, nelle giungle e in cima all’Everest. La verità è che tutti quelli che combattono “il sistema” lo fanno dall’interno, dato che l’esterno non c’è. Il potere non è fuori da noi, è un reticolo di relazioni che ci avvolge, un processo a cui prendiamo parte, ma ovunque vi sia un rapporto di potere, là è anche possibile una resistenza”.

    RispondiElimina
  7. ....allora per logica l'unica probabile resistenza consiste nell'uscir fuori,e se ci pensi da quel momento ecco che di nuovo ci sarà un fuori a contaddistinguere il dentro...cioè si ristabilisce un'equilibrio....è matematico.

    RispondiElimina
  8. .....cioè il sistema può essere ovunque anche sul everest, è vero, ma se a comprenderlo la mente tua non c'è.....tu chiamale se vuoi emozioni......ciao. e grazie per le tue riflessioni, anonimo interessante.

    RispondiElimina
  9. è vero, l’unica resistenza possibile è l’uscir fuori, attenzione però a non decider di uscir nella brughiera di mattina perché non si vede ad uno passo, consiglio di tenersi lontano dalle brughiere ... παρακαλώ a pleasure for me

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  11. questo è di oltremodo difficile interpretazione per me

    RispondiElimina
  12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  13. .....senon ti èchiaro : "dikaiología. poú eísai? entós í̱ ektós?

    RispondiElimina
  14. vorrei essere in grado di darti un indirizzo, un civico, che so un nome…sarebbe bello ma invece ho nutrito la convinzione che ci si trova lì dopo percorsi convulsi della mente, un po’ per caso tanto che una volta giunti non ci si ricorda la strada percorsa, mai per necessità che è la prima a tenerci ancorati ai nostri limiti. Il viaggio è lungo e pure strano. Esisteranno vie più comode, di sicuro, ma non le conosco, ho capito che bisogna prendersi cura dell’anima come facciamo con i capelli. L’importante è provare e rimanere fieri pronunciando una parola grossa e scomoda come resistenza senza sentirci ridicoli. Magari con ironia, certo, e cazzeggiando, certissimo ma con altrettanto incrollabile orgoglio. Felice giornata a tutti.

    RispondiElimina
  15. ... quel che con tue parole tu srotoli e dispieghi a noi felicemente,da te lo ascolto e come te ne son mentore. Cos'altro esiste se un'Idea muore e non resiste? Ne il Tempo ne uno Spazio.....ah mbè io su di me non ho dubbi, io sto fooori.......
    Buona vita a tutti.

    RispondiElimina
  16. Allora condivido una poesia di Bukowski che solo per stasera vince sulla Szymboroska che comunque rimane sul podio:

    Il cuore che ride - Charles Bukowski
    La tua vita è la tua vita.
    Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
    Stai in guardia.
    Ci sono delle uscite.
    Da qualche parte c’è luce.
    Forse non sarà una gran luce, ma la vince sulle tenebre.
    Stai in guardia.
    Gli dei ti offriranno delle occasioni.
    Riconoscile, afferrale.
    Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
    E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
    La tua vita è la tua vita.
    Sappilo finché ce l’hai.
    Tu sei meraviglioso, gli dei aspettano di compiacersi in te.

    RispondiElimina
  17. Io son fatto così,
    non lascio mai,
    se mi si dona un inizio
    ne intraprendo la fine.
    Amore a prima vista...
    Non la conoscevo, come non conosco
    per mia fortuna
    tante altre bellissime cose.
    C'è ancora così tanto da poter amare.
    Ti devo ringraziare per questa
    stupefacente inaspettata scoperta,
    domani vado in libreria.
    Mi accompagnerà
    nell'incombente autunno.
    E visto che per stasera l'hai sacrificata......
    Che bellezza!

    La vita – è il solo modo
    per coprirsi di foglie,
    prendere fiato sulla sabbia,
    sollevarsi sulle ali;
    essere un cane,
    o carezzarlo sul suo pelo caldo;
    distinguere il dolore
    da tutto ciò che dolore non è;
    stare dentro gli eventi,
    dileguarsi nelle vedute,
    cercare il più piccolo errore.
    Un'occasione eccezionale
    per ricordare per un attimo
    di che si è parlato
    a luce spenta;
    e almeno per una volta
    inciampare in una pietra,
    bagnarsi in qualche pioggia,
    perdere le chiavi tra l'erba;
    e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
    e persistere nel non sapere
    qualcosa d'importante.

    RispondiElimina
  18. bravo anonimo ellenico, sono contenta che ti piaccia e mi sembra un'ottima strategia per prolungare l'estate! volevo consigliarti una raccolta ma la scelta di un libro è un atto intimo e personale come andare al bagno la mattina, e del resto con la Szymboroska, il cui nome mi piace pronunciare almeno 3 volte al dì, non si sbaglia mai...

    RispondiElimina
  19. ....consiglia pure, non ti far problemi, che io son curioso interessato e fatalista e pure ancora abbastanza comunista, ed è così che mi arricchisco della conversazione e del mutuo scambio....per quanto riguarda il bagno son come te, anonimo, di mattina....tu dai la Szymboroska a me, son sicuro che mi prenda e che per gioia ne declami in giro qualche rima...

    RispondiElimina
  20. Si intitola “Vista con granello si sabbia” e raccoglie le poesie più belle dal 1957 al 1993 della… Szymboroska … che in realtà non è più una signorina giovanissima, è una che sa il fatto suo…”Un appunto”, che è quella meravigliosa condivisa da te che non conoscevo, ad esempio non c’è, deve essere più recente…Mi hanno consigliato anche “Taccuino d’amore” ma non ti so dare un parere personale. La verità è che bisognerebbe procurarsele tutte, anche per dar maggior valore a quelle più belle e più belle ancora, sono tutte carezze, vere e proprie carezze all’anima…
    buona lettura…
    che ricorda un Costanzo giovane e grasso sul tram “buona camicia a tutti”…

    RispondiElimina
  21. vabbè, prendo tutto e porto a casa...lo sai che dobbiamo salutarci? mi stavo affezionando a questo nostro bel chattare, si comincia di lavoro e di suicidi a commentare per finire della bellezza a conversare!...ottimo antidoto contro il logorio della vita moderna,di certo meglio di un cynar....gracias ed alla prossima volta.

    p.s. ma stiamo facendo finta di non conoscerci o non ci conosciamo?...non ci conosciamo!

    RispondiElimina
  22. prendi tutto e scappa...Hanno ragione, hanno ragione, mi han detto: "è fuori tema tutto quello che lei faaaa..." no non ci conosciamo, forse intuiti, ma conosciuti no :D hasta la vista y ¡Ándale, ándale! el ratón mas rápido de todo México

    RispondiElimina
  23. Ma guarda un po' che il blog è diventato anche una chat...
    Ma quando c'era la chat nessuno la usava. La devo rimettere?

    RispondiElimina
  24. ma no blog notes, non ti adombrare, la chat ha una sua ragione d'essere solo se privata e, mi permetto, tra persone conosciute, un modo come un altro di risparmiare qualche soldo comunicando e scrivere anzichè parlare che rende tutto più facile, sempre che si abbia qualcosa di interessante da dire; dico io che anche perfetti sconosciuti posson fare ciò che più li aggrada. i blog son così, si sa come si inizia e non si sa dove si finisce, sempre che a pilotarli non ci siano gli influencers, veri e propri tizi predisposti a tenere le cose in ordine con un mandato ben preciso, altrimenti come in questo caso regnerebbero indiscussi caos, anarchia e fantasia...

    RispondiElimina