mercoledì 9 gennaio 2013

REFERENDUM ART. 8 e ART. 18 - SI FARA'?

Ancora una volta sono i cittadini a fare quel che la politica non vuole fare. Centinaia di migliaia di persone hanno firmato i referendum per restituire ai lavoratori i diritti che Berlusconi e Monti gli hanno tolto: quello di essere reintegrati nel posto di lavoro quando una sentenza certifica che sono stati licenziati ingiustamente, quello di veder rispettato il contratto di lavoro senza che l’azienda possa decidere che non le sta bene e preferisce derogare.
Oggi i partiti che hanno votato a favore della cancellazione dell’art. 18 e hanno permesso alle aziende di licenziare ingiustamente i lavoratori erano tutti impegnati a spartirsi poltrone parlamentari, futuri posti al governo e quant’altro. Noi dell’Italia dei Valori, con tutte le forze che fanno parte del comitato referendario, eravamo in cassazione, a depositare le firme.
Ancora una volta, però, la volontà democratica dei cittadini rischia di essere tradita. Grazie a una bega politica, che forse qualcuno ha usato apposta per evitare i referendum, la legislatura si è chiusa un attimo prima della consegna delle firme. Dunque i referendum potrebbero non tenersi.
Noi presenteremo però in sede di contenzioso un ricorso presso la Corte costituzionale, affinché chiarisca la questione. Ci auguriamo che stavolta la Consulta ristabilisca il rispetto delle regole democratiche. Non è giusto che, impugnando beghe politiche e magari facendole scoppiare al momento opportuno, ai cittadini venga sottratto il diritto di decidere su una questione così importante, che riguarda la civiltà del lavoro nel nostro Paese.
Nessuno si faccia illusioni. Per l’Italia dei Valori e per tutta Rivoluzione civile questa battaglia non finirà fino a quando non avremo restituito ai lavoratori i loro diritti e ai cittadini gli spazi democratici che negli ultimi anni sono stati chiusi uno dopo l’altro.
Antonio Di Pietro.

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